Parrocchiale di San Tommaso
Scheda
Nome | Descrizione |
---|---|
Comune | Canelli |
Esterno
La facciata fu completamente rifatta alla fine del 1800. In tale occasione venne soppresso un grande affresco del pittore canellese Vanzino, raffigurante S. Tommaso in gloria, dipinto nella prima metà del settecento e assai apprezzato dai contemporanei. Essa ha un'impronta barocca pur nella semplicità delle sue linee. I cornicioni orizzontali e le paraste verticali, scandiscono lo spazio creando un lieve senso chiaroscurale che muove ed alleggerisce l'insieme. Il coronamento con timpano curvo la completa armoniosamente.
Gli affreschi delle due zone sovrapposte il bel portale centrale, raffigurano S. Tommaso patrono e l'Assunta, titolare della chiesa (come da antica consuetudine) (Laiolo XX secolo?).
Il fianco destro e l'abside sono rustici. I mattoni a vista consentono di visionare le modifiche avvenute nel tempo quali la tamponatura di alcune finestre della navata minore e l'elevazione della navata maggiore. Anticamente questo lato era fiancheggiato dalla strada che univa il "borgo" alla "villa", ora chiusa da una recente abitazione.
Il fianco sinistro, al quale si può accedere per mezzo di un cancello, conserva parte del terreno un tempo adibito a Cimitero. La parete, intonacata, evidenzia le modifiche barocche, specialmente nelle finestre. Da questo lato, ai piedi della gradinata, si ha una gradevole visione d'insieme dell'edificio.
Il campanile
Un po' inclinato per cedimento del terreno, risale probabilmente al periodo medioevale ma fu ristrutturato nel XVII° sec. Successive modifiche lo ornarono di cornicioni e lo rivestirono di intonaco. Le 5 campane di cui è dotato sono del XIX e XX sec. (attualmente funzionano elettronicamente).
La banderuola fu posta nel 1698 per volere del Comune e rappresenta il "cane" stemma di Canelli.
Interno
Vi si accede per mezzo del bel portale barocco centrale ( i due ingressi laterali sono raramente utilizzati). Un piccolo atrio con tre bei portali, funge da sostegno alla tribuna dell'organo.
La sala ha carattere basilicale con tre navate a cui fanno capo due cappelle con finte absidi per le navate minori ed il presbiterio con coro ed abside per la navata maggiore.
L'intero edificio è rivestito da affreschi con motivi decorativi, con riquadri, di epoche diverse ma in maggioranza risalenti a questo secolo..
Pilastri cruciformi, con capitelli in stucco - opere del ticinese Fossati di fine ?600 - sovrapposti da archi, sostengono la parete innalzante la navata centrale scandita da finestre decorate che illuminano la sala sottostante.
La volta ad arco della navata centrale è decorata con "medaglioni" raffiguranti episodi della vita della Madonna (XIX-XX sec. Laiolo ?) che trovano il naturale epilogo nella scena trionfale dell'Assunzione di Maria, affrescata nella cupola che sovrasta il presbiterio.
Controfacciata
E' coperta dall'alta tribuna e dall'imponente organo fatto costruire e risistemare nel 1904 (Pacifico Insoli di Crema). In basso, a destra, scaletta e porta per accedere allo stesso.
Navata destra
Come la sinistra, la volta è a vele incrociate alla stessa altezza degli archi.
La parete, priva di cappelle, ha una semplice decorazione e le paraste corrispondenti ai pilastri della navata centrale ne ripartiscono lo spazio.
Nella zona corrispondente alla terza campata, quadro di notevoli dimensioni raffigurante l'"Assunta con S. Tommaso e Apostoli", datato 1785. E' attribuito a Carlo Gorzio per i dati stilistici emersi. In origine la sua sede era nel coro ma fu rimosso a seguito delle modifiche del XIX e XX secolo.
Nella quinta campata, confessionale di legno intagliato di pregevole fattura; su di esso un quadro, poco leggibile per la sovrapposizione di più strati di polvere e fumo, celebra la "Natività" ed è attribuito al Taricco, pittore cheraschese operante tra il ?600 e ?700.
Chiude la navata destra la cappella dedicata alla Madonna di Lourdes.
Presbiterio
Due gradini sinuosamente delineati, elevano il piano del Presbiterio che è limitato verso la sala da una bella balaustra in marmo policromo proveniente dalla Lomellina e risalente al 1749. E' opera dei fratelli Pelagatta, astigiani.
L'altare Maggiore, anch'esso in marmo a più tonalità che ne sottolineano la fattura barocca, è imponente ma elegante nello stesso tempo e risale al 1767 (autori Giacomo e Diamante Pelagatta di Asti). I candelabri, del 1716, sono opera dello scultore astigiano Bonzanigo.
Gli affreschi alle pareti raffiguranti "Ultima Cena" a destra e la "Discesa della Manna" a sinistra, sono opera del pittore Laiolo dell'inizio secolo.
Antistante l'Altare Maggiore è collocata, secondo il nuovo rito liturgico, la Mensa ricavata dall'ambone ottocentesco.
La facciata fu completamente rifatta alla fine del 1800. In tale occasione venne soppresso un grande affresco del pittore canellese Vanzino, raffigurante S. Tommaso in gloria, dipinto nella prima metà del settecento e assai apprezzato dai contemporanei. Essa ha un'impronta barocca pur nella semplicità delle sue linee. I cornicioni orizzontali e le paraste verticali, scandiscono lo spazio creando un lieve senso chiaroscurale che muove ed alleggerisce l'insieme. Il coronamento con timpano curvo la completa armoniosamente.
Gli affreschi delle due zone sovrapposte il bel portale centrale, raffigurano S. Tommaso patrono e l'Assunta, titolare della chiesa (come da antica consuetudine) (Laiolo XX secolo?).
Il fianco destro e l'abside sono rustici. I mattoni a vista consentono di visionare le modifiche avvenute nel tempo quali la tamponatura di alcune finestre della navata minore e l'elevazione della navata maggiore. Anticamente questo lato era fiancheggiato dalla strada che univa il "borgo" alla "villa", ora chiusa da una recente abitazione.
Il fianco sinistro, al quale si può accedere per mezzo di un cancello, conserva parte del terreno un tempo adibito a Cimitero. La parete, intonacata, evidenzia le modifiche barocche, specialmente nelle finestre. Da questo lato, ai piedi della gradinata, si ha una gradevole visione d'insieme dell'edificio.
Il campanile
Un po' inclinato per cedimento del terreno, risale probabilmente al periodo medioevale ma fu ristrutturato nel XVII° sec. Successive modifiche lo ornarono di cornicioni e lo rivestirono di intonaco. Le 5 campane di cui è dotato sono del XIX e XX sec. (attualmente funzionano elettronicamente).
La banderuola fu posta nel 1698 per volere del Comune e rappresenta il "cane" stemma di Canelli.
Interno
Vi si accede per mezzo del bel portale barocco centrale ( i due ingressi laterali sono raramente utilizzati). Un piccolo atrio con tre bei portali, funge da sostegno alla tribuna dell'organo.
La sala ha carattere basilicale con tre navate a cui fanno capo due cappelle con finte absidi per le navate minori ed il presbiterio con coro ed abside per la navata maggiore.
L'intero edificio è rivestito da affreschi con motivi decorativi, con riquadri, di epoche diverse ma in maggioranza risalenti a questo secolo..
Pilastri cruciformi, con capitelli in stucco - opere del ticinese Fossati di fine ?600 - sovrapposti da archi, sostengono la parete innalzante la navata centrale scandita da finestre decorate che illuminano la sala sottostante.
La volta ad arco della navata centrale è decorata con "medaglioni" raffiguranti episodi della vita della Madonna (XIX-XX sec. Laiolo ?) che trovano il naturale epilogo nella scena trionfale dell'Assunzione di Maria, affrescata nella cupola che sovrasta il presbiterio.
Controfacciata
E' coperta dall'alta tribuna e dall'imponente organo fatto costruire e risistemare nel 1904 (Pacifico Insoli di Crema). In basso, a destra, scaletta e porta per accedere allo stesso.
Navata destra
Come la sinistra, la volta è a vele incrociate alla stessa altezza degli archi.
La parete, priva di cappelle, ha una semplice decorazione e le paraste corrispondenti ai pilastri della navata centrale ne ripartiscono lo spazio.
Nella zona corrispondente alla terza campata, quadro di notevoli dimensioni raffigurante l'"Assunta con S. Tommaso e Apostoli", datato 1785. E' attribuito a Carlo Gorzio per i dati stilistici emersi. In origine la sua sede era nel coro ma fu rimosso a seguito delle modifiche del XIX e XX secolo.
Nella quinta campata, confessionale di legno intagliato di pregevole fattura; su di esso un quadro, poco leggibile per la sovrapposizione di più strati di polvere e fumo, celebra la "Natività" ed è attribuito al Taricco, pittore cheraschese operante tra il ?600 e ?700.
Chiude la navata destra la cappella dedicata alla Madonna di Lourdes.
Presbiterio
Due gradini sinuosamente delineati, elevano il piano del Presbiterio che è limitato verso la sala da una bella balaustra in marmo policromo proveniente dalla Lomellina e risalente al 1749. E' opera dei fratelli Pelagatta, astigiani.
L'altare Maggiore, anch'esso in marmo a più tonalità che ne sottolineano la fattura barocca, è imponente ma elegante nello stesso tempo e risale al 1767 (autori Giacomo e Diamante Pelagatta di Asti). I candelabri, del 1716, sono opera dello scultore astigiano Bonzanigo.
Gli affreschi alle pareti raffiguranti "Ultima Cena" a destra e la "Discesa della Manna" a sinistra, sono opera del pittore Laiolo dell'inizio secolo.
Antistante l'Altare Maggiore è collocata, secondo il nuovo rito liturgico, la Mensa ricavata dall'ambone ottocentesco.